Oggi è il secondo compleanno del
nostro blog!!!
Per festeggiarlo con voi ho
scelto una ricetta che in qualche modo potesse rappresentarlo. I requisiti che
cercavo erano: dolce, semplice, buonissimo, familiare, affettuoso, di stagione
e soprattutto senza glutine! Eccovi allora una specie di budino d’uva, tipico
della tradizione mantovana del periodo della vendemmia. La ricetta era della
mia bisnonna che l’ha tramandata a mia mamma, che ieri l’ha data a me.
E’ un dolce poverissimo, anche
senza zucchero, che si prepara esclusivamente con uva da vino nera! Quindi
desistete se non potete reperire una materia prima di ottima qualità.
Ingredienti (per 4 piattini
piccoli come da foto + uno grande):
4 kg circa di uva nera da vino
matura (unica alternativa uva fragola nera)
100g di farina di riso senza
glutine per litro di mosto
Strumenti:
1 pentola
1 cucchiaio di legno
1 setaccio
piattini
fornelli
frigo
Procedimento:
Sgranate i grappoli e mettete gli
acini d’uva in una pentola sul fuoco. Fate cuocere l’uva fin quando i chicci
non si rompono, girando ogni tanto con un cucchiaio di legno. Spegnete e fate
raffreddare. Una volta freddo schiacciate il composto e passatelo con un
setaccio (io lo passo due volte: la prima con uno setaccio dalle maglie un po’
larghe, e la seconda volta con uno dalle maglie più strette). La cosa più
importante è che non dovranno passare né i semini né le bucce, ma soltanto la
polpa-succo. Pesate il contenuto che avere ottenuto.
Con queste dosi otterrete circa
un litro abbondante di mosto. Ora rimettete tutto sul fuoco, fate scaldare e
inserite, girando continuamente con una frusta, la farina di riso setacciata,
considerate 100g di farina per 1 litro di mosto. Da quando prende il bollore
contate cinque minuti. Si rapprenderà molto velocemente. Spegnete e versate in
piattini come nella foto o in ciotoline monoporzione. Lasciate raffreddare
completamente. Conservate in frigo. E’ buonissimo dopo uno-due giorni.
In realtà, quando lo faceva la
mia bisnonna, il frigo non esisteva e il sugolo veniva conservato in casa a
temperatura ambiente, posto su ripiani alti dove non potessero arrivare i
bambini. E così veniva conservato fino Natale. Sulla superficie si sviluppava
la muffa che veniva tolta con il dorso di un coltello e sotto era perfetto.
Infatti, grazie alle proprietà dell’uva che sviluppa una pellicola
impenetrabile, sopra può svilupparsi la muffa ma all’interno rimane intatto e
buono. Quindi se avete voglia di sperimentare… si conserva in frigo per due mesi,
altrimenti mangiatelo prima!!
Con questa ricetta faccio tanti
auguri a me e Micol e grazie a tutti voi che ci seguite con tanto affetto!
PasticceraMary
Adoro i sugoli, come li chiamava mia nonna... mi riportano a quando ero bambina, mi danno felicità al solo sentirne il nome, Bravissima.
RispondiEliminaGrazie Lara, è bellissimo quello che hai scritto!! E' proprio quel tipo di affetto che volevo trasmettere con questa ricetta. A presto :)
EliminaMi hai riportato a quando ero bambina e la mia nonna me lo faceva perché ne ero molto golosa :)
RispondiEliminaBravissima
Grazieeeeee! Sono veramente contenta!!! Anche a me piace da impazzire :)
EliminaMa tanti auguri a noi! <3
RispondiEliminatesoro, tu mi riporti ad altri tempi.. tempi in cui tutto veniva utilizzato in cucina.. e tutto veniva conservato, con parsimonia... che bel post, che bella ricetta!
Un abbraccio!
Ti eri dimenticata eh!? :)
EliminaGrazie mille per i complimenti cicci! Baci!
eh, sì... mi era passato di mente.. meno male che ci sei tu! ^__^ ti lovvo!! <3
EliminaPosso solo dire che è veramente buono!!!
RispondiEliminaMa va!? Non avevo capito che ti fosse piaciuto ;)
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